L’approccio strategico in medicina generale e pediatria

La moderna medicina generale è nata per mantenere basso il profilo nosologico; ogni problema di salute che il paziente non sa risolvere autonomamente e che si esaurisca e concluda nello studio del medico di famiglia costa uno allo Stato, il passaggio allo stadio successivo, la specialistica, costa dieci, l’ospedalizzazione cento. La Medicina Generale va controcorrente rispetto alla tendenza che si va sempre più consolidando delle iperspecializzazioni, il Medico Generale è, in effetti, un non specialista, dovrebbe sapere di tutto, quindi non c’è specialità per la quale non abbia competenze, in questo modo il suo lavoro spazia dalla dermatologia, alla cardiologia, alla ginecologia ed alle altre specialità mediche e, per quanto attiene alla teoria, anche alle specialità chirurgiche.

La medicina generale è profondamente diversa da quella ospedaliera o universitaria, è empirico probabilistica per buona parte, se il medico generale dovesse curare solo dopo una diagnosi di certezza curerebbe poco e male. Per fare un esempio, di fronte ad una diagnosi di cistite, si inizia a curare subito senza aspettare un’urinocoltura ed un antibiogramma che richiederebbero una settimana d’attesa.

Il medico generale è naturalmente coinvolto nell’evoluzione in senso tecnologico, la quale permea i nostri tempi, alla penna ha aggiunto il computer, al fonendo ed allo sfigmomanometro ha affiancato apparecchi quali l’elettrocardiografo e l’ecografo, ma non diventerà e non dovrà diventare mai il cardiologo o il radiologo perché il suo compito principale è vedere la foresta e non solo l’albero. C’è però un campo, quello psicologico e della comunicazione, nel quale il medico di famiglia dovrebbe acquisire competenze più approfondite, per non dover continuare a suonare a orecchio come spesso fa, ma per capire con più consapevolezza quali sono i problemi ed i bisogni psicologici del paziente e per porre in essere contromisure atte a migliorarne il benessere interiore.

Ciò innesterebbe un circolo virtuoso, del quale anche il medico godrebbe, sfoltendo dagli accessi al suo studio, grazie ad opportune terapie dell’ascolto e della parola, molti di quei mali generati da un malessere psichico spesso non avvertito come tale, i quali, per loro natura, tendono a reiterarsi nel tempo senza ottenere benefici da indagini strumentali e terapie farmacologiche.

La comunicazione strategica, per sua natura efficace, è senz’altro auspicabile entri nel bagaglio delle conoscenze del medico di famiglia, per il benessere dei suoi pazienti ed anche per il suo proprio.

PROGRAMMA DELLA FORMAZIONE

  • La gestione della comunicazione a partire dalla sala d’attesa
  • Gestire la prevenzione

Quando un paziente non si vuole curare, ma ne avrebbe bisogno

Quando un paziente si vuole curare, ma non ne ha bisogno

  • Gestire la paura: ipocondria e patofobia, il paradosso della medicina preventiva
  • Gestire il dolore
  • Gestire il piacere
  • Gestire la rabbia
  • Gestire i problemi psicologici
  • I problemi relazionali e famigliari in pediatria dai o ai 6 anni; dai 6 ai 12 anni; dai 12 ai 16 anni e l’approccio ai genitori

 

Testi di riferimento:

“Il tocco, il rimedio, la parola”; “Aiutare i genitori ad aiutare i figli” editi da Ponte alle Grazie